L’inizio
Tutto si infrange in mille pezzi. Il mio poco tutto bramato per tanto tempo sta diventando sempre piu invisibile. Sto guardandomi da fuori e lascio che tutto accada per l'ennesima volta. Non provo più a fermare ne il tempo ne la mia ira che si sta propagando in tutta la stanza con violenza purpurea.
Merda! Non riesci ad essere egoista nemmeno se tutto è cosi schifosamente trasparente, tu parli ma il silenzio è il tuo unico ascoltatore... come siamo arrivati a questo punto?
La paura mi cementa sotto le coperte e l'indifferenza che mi circonda mi fa pensare che forse dovrei aprire la porticina d'emergenza. Riesco a strisciare come un verme verso il frigorifero, guardo dalla finestra la vita che sta passando, e penso che sarebbe meraviglioso riuscire a sopravvivere là fuori come tutti gli altri.
Senti Stefi, non hai nemmeno mai donato il sangue o votato con criterio, pensa che contributo essenziale stai dando al mondo. Beh in effetti la porticina... si ok, però adesso chiudi questo cazzo di frigo e smetti di guardarci dentro, come se il prosciutto che ti sta fissando fosse la via d'uscita.
Domani andrò dallo psichiatra e inizierò il mio percorso di psicoterapia per la terza volta. Gli dirò che sono tornata in me, che sono estremamente lucida mentre apro il frigo cercando risposte tra le uova e il prosciutto che mi fissano inermi, e che ero veramente ansiosa di renderla partecipe della mia nuovamente decadente situazione; "ho pensato che qualcuno doveva sapere che i prosciutti non parlano, dottoressa".
Avrebbero potuto salvarmi, ma non lo ha mai fatto nessuno.
Avrebbero potuto lasciarmi li, su quelle colline profumate per sempre, con una medicina che si chiama libertà.
Avrebbero potuto guardarmi dentro, e smettere di distruggermi.
Salvate il mio futuro, salvate almeno ciò che deve ancora accadere e che sta per incombere con fare prepotente sul mio cuore tormentato, non lasciate che tutto succeda di nuovo.
Le persone guardano in silenzio e mi fanno venire paura di non esistere più.
<Serratura, la porta si apre e io faccio finta di niente.>
“Voglio davvero fare finta di niente?”
Un ondata di adrenalina mi investe e svanisce con la stessa velocità con cui lui è… Qualcuno entra nella stanza, ero rimasta da sola coi miei pensieri da troppo tempo che stavo cadendo di nuovo nel purgatorio di Dante.
Ascolto meticolosamente i suoi passi, mi avrà vista? sto cercando di sprofondare nel divano con sguardo colpevole per non far trasudare i miei pensieri malsani.
Adesso sento un giubbotto che si sfila, scarpe, riceve un messaggio ma lo ignora… di solito si siede sul divano e ignora elegantemente me, ma questa volta dovrò guardarlo evitarmi mentre sale silenziosamente le scale per andare al piano di sopra.
Entra in vasca, io non esisto.
Perché ho come la sensazione che risultare invisibili in mezzo ad un ammasso di gente faccia meno male di essere invisibili a un solo essere? Credo che alla fine siano più rilevanti i singoli alla massa. Lo penso davvero?
Ma cosa cazzo sto dicendo.. vado in vasca.
“Non sento rumori, sono ovattata, una spugna ribelle che vuol sentire tutto ma non ode più niente, perché Sam, sarà cosi anche morire?”
Secondo voi qualcuno sa che esisto? riesco a sentire solo i miei pensieri mentre l'acqua mi scorre sulla schiena e faccio le bolle col naso. Mettere in dubbio la mia esistenza è l'apice del mio fottutissimo delirio serale.
Adesso continuerò silenziosamente con la mia pantomima del cazzo fino a quando lui non aprirà bocca e mi chiederà di passargli lo shampoo.
Giusto in tempo per tornare in me e rendermi conto che mi sto scottando la schiena con quest'acqua bollente del cazzo.